Emergenza freddo in Bangladesh 1 Feb, 2010

Emergenza freddo in Bangladesh

Storia di straordinaria efficienza

Durante la seconda metà di gennaio, il freddo ha attanagliato il Bangladesh con temperature minime record, intorno ai 4°C. Addirittura, in alcune zone sono state riferite delle brinate. Questo può non impressionare noi Europei che, nello stesso periodo eravamo intenti a spalare la neve con temperature di diversi gradi sotto lo zero. La differenza fondamentale, però, sta nel nostro essere attrezzati per far fronte a un clima invernale normalmente piuttosto freddo. La differenza sta nelle giacche a vento, nelle stanze riscaldate, nelle coperte e nei piumoni che stanno sui nostri letti. Per un abitante di un villaggio estremamente povero del Bangladesh, come il villaggio di Jogahati, dove IDEA Onlus sta lavorando con la ONG Banchte Shekha per la scolarizzazione dei bambini e lo sviluppo della comunità, il freddo, anche a non scendere sotto lo zero, può diventare un problema fatale. Immaginate una temperatura di 4°C, un abbigliamento che consiste un vecchio sari di cotone già un po’ logoro, una coperta, se c’è, prodotta cucendo insieme, uno sopra l’altro dei vecchi stracci, come sari consunti o altri pezzi di stoffa ormai inutilizzabili. Il riscaldamento, nella casupola di fango o bambù, coperta con un po’ di paglia o lamiera, naturalmente non c’è, il legno costa troppo e a stento si raggranella qualcosa che bruci per far cuocere il riso… Per alcune persone di Jogahati, non c’è neppure la casa: sono ospiti fuori, sotto la tettoia della casa di un’altra famiglia… se possono, cercano di legare attorno qualche pezzo di nylon per ripararsi almeno un po’ dall’aria. La “coperta”, l’abbiamo descritta prima, e può fare anche da scialle. E il letto… Ma quale letto? Si dorme per terra: tutti. Ecco perché con 4-6°C si può morire, specialmente se si è malati, disabili, anziani… Quando il nostro socio Bengalese ci ha riferito le temperature, abbiamo pensato di fare qualcosa, soprattutto per le persone anziane, malate o disabili di Jogahati, molte delle quali sono costrette a vivere di elemosina. Perché l’intervento fosse efficace, era necessario fare in fretta: abbiamo immediatamente inviato la piccola somma raccolta (400 €). Ci aspettavamo di poter provvedere delle coperte e dei vestiti caldi a 20-30 persone nel giro di una settimana. Invece, i nostri collaboratori di Banchte Shekha, hanno fatto miracoli. Il denaro è arrivato in Bangladesh Domenica…. La somma è stata subito ritirata e entro lunedì erano già state comperate 210 coperte, 30 scialli di lana per le persone anziane e/o malate più povere, patate e riso per fornire alcune calorie supplementari ai mendicanti che non avevano di che nutrirsi. Tra martedì e mercoledì la distribuzione era completata! Mercoledì notte, mentre i più poveri di Jogahati riuscivano forse a dormire senza battere i denti, il nostro amico e collaboratore, l’efficientissimo Shourove, scriveva il resoconto economico di quella piccola spesa, dettagliato fino al centesimo, e ce lo spediva via e-mail insieme alle numerose fotografie che documentavano l’evento. I più scettici potrebbero obiettare che è facile fotografare due vecchiette con uno scialle e una coperta e intascarsi il resto dei soldi! Be’, dopo averne viste tante, direi che tutto è possibile. Ma, a parte l’amicizia e la fiducia che ci legano ai nostri collaboratori di Banchte Shekha, che sono sempre stati straordinariamente efficienti ed efficaci in tutti gli interventi svolti con IDEA Onlus, oltre che corretti, precisi e trasparenti, si dà il caso che uno dei soci di IDEA Onlus abiti in Bangladesh, non molto lontano da lì. Poiché si reca tutti i mesi a Banchte Shekha per dare una mano nel progetto di sviluppo sociale e sostegno allo studio, ha recentemente colto l’occasione per passare a trovare le persone che avevano beneficiato dell’intervento anti-freddo. Anche lui ci ha riferito di essere impressionato dalla rapidità e dall’efficienza con cui i membri di Banchte Shekha hanno operato: tutta la mano d’opera è stata offerta come volontariato da membri dello staff pagati per altre mansioni, al di fuori del loro orario di lavoro! Se la collaborazione Idea-Banchte Shekha per la scolarizzazione e l’adozione a distanza era già fondata su solide basi, siamo felici di poter dire che questo episodio, di per sé piccolo, ci ha restituito una fiducia e una sicurezza ormai rari: siamo felici di poter dire che c’è ancora chi fa cooperazione con nella mente e nel cuore le persone da aiutare, mettendo al centro la dignità e il rispetto dei beneficiari, lavorando con loro, considerandoli soggetti attivi e non oggetti di carità o utenti di servizi. Grazie per questo a Angela, Prodip, Shourove, Regiwana, Anuar Joghati school teacher E tutti coloro che hanno partecipato a vario titolo. Nazmul: questo era parte del tuo lavoro, ma lo hai fatto bene, lo hai fatto col cuore..